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Il duca d'Alba, per esempio, poteva parlare sentendosi perfettamente a suo agio soltanto con se stesso e con un'altra dozzina di duchi, ma non di più. (C.de la Mora, «Una donna di Madrid»)

Professore. — E allora bombardino, non bombardino, è lo stesso. Non mi preoccupo più. Allora mi sento a mio agio. (S. Giovaninetti, «L'abisso»)

...In dieci minuti furono nella peste in cerca di Tonio; ma questi, che da mezz'ora nuotava in cattive acque, colla barca crepa e il timone rotto, aveva creduto migliore buttarsi a nuoto. (E.De Marchi, «Il signor dottorino»)

— Gli affari d'Europa diventano a un tratto intricatissimi: il paese è in pericolo; il commercio in cattive acque: Bismarck e la Russia si guardano in cagnesco. (E.De Marchi, «I coniugi Spazzoletti»)

«Cosa vuole», mi disse, «d'inverno noi veneziani siamo in brutte acque. D'estate coi forestieri vi è sempre da arrangiarsi in qualche modo...». (G.Comisso, «Satire italiane»)

Rinaldo si trovava allora in male acque. Una banda di Saraceni gli tendeva agguato nel bosco. (S.di Giacomo, «Novelle napoletane»)

Nora era tornata da Alberta da un palo di giorni. Aveva dichiarato che Tuti. In cattive acque, non poteva più mantenerla all'albergo. (D.Paolella, «Le notti del cinema»)

...Il vecchio intorbida le acque, fa in modo che siano parecchi a ciarlare, suscita l'impressione che qualcuno abbia mancato di rispetto a Milano, e prima che l'equivoco sia schiarito è già lontano un miglio. (G. Marotta, «Mal di galleria»)

Calcolato o casuale che fosse, l'accenno del ministro Scalfaro al progetto di introduzione del latino come materia obbligatoria nella scuola media è già riuscito a inacidire le acque sempre agitate dal dibattito sui problemi scolastici («Paese sera», 8 agosto 1972).

Forse lei non aveva afferrato completamente il senso del messaggio — che lei non esisteva più, per lui, Carlo Pontani, l'aveva cancellata dall'albo degli esseri umani, dei viventi. (G. Scerbanenco, «Aspettando il Supremo»)

Resta l'amore, ma l'orgasmo, lo stordimento della passione si calma ed Emme osserva, studia suo marito, non più dal basso in alto, tenendolo sollevato fra le nubi, ma guardandolo vicino, faccia a faccia. (G. Rovetta, «L'Idolo»)

Disse che lei ce lo sapeva che in amore vince chi fugge, ma lei non era buona a farsi desiderare ed era sempre lei a correre appresso a Zangrilli: era più forte di lei. (A.Moravia, «Nuovi racconti romani»)

Aveva il volto di chi sentendosi venir meno trattenga tra i denti la sua propria anima e la gusti. (G.D'Annunzio, «Il fuoco»)

Infatti da giovane era anche più brutto e magro, sembrava più zoppo; sembrava tirasse l'anima coi denti. (A.Albertazzi, «Novelle umoristiche»)

Voi stessa, che la lodate palesemente, non ne credete in cuor vostro una jota. Ma essa vi torna acconcia per guadagnare tempo, per pigliarvi diletto dei nostri tormenti. (A.G.Barrili, «Una notte bizzarra»)

C'è nell'opera di Рое una novella che torna acconcia per descrivere la condizione del mio animo di quel tempo. (A.Moravia, «L'amore coniugale»)